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Quello che ci unisce

Mi chiamo Francesco, sono nato nel 1943 e dal 1991, per insistenza e caparbietà di una delle sue fondatrici, sono volontario della Croce Blu di San Felice sul Panaro – Medolla – Massa Finalese.

La mia prima esperienza risale al ’91. Ricordo con piacere i corsi di formazione, gli affiancamenti nel Pronto Soccorso di Mirandola come osservatore e, soprattutto, i primi interventi come soccorritore.
Negli anni ‘90 l’emergenza/urgenza era gestita a livello locale. Ogni piccolo ospedale aveva il suo Pronto Soccorso: ciò significava che per qualsiasi incidente si verificasse ai confini dei comuni, partivano le chiamate alle Pubbliche Assistenze della zona e sul posto, tante volte, arrivavano due o più ambulanze creando non poca confusione. 

Poi, dopo qualche anno, nacque il servizio di 118, il quale ha permesso di gestire in modo più efficiente ed efficace gli interventi di primo soccorso sul territorio. 

Passano gli anni, anzi volano, e il mondo, in una sola notte, ci crolla letteralmente addosso. 

E’ il 2012 e la nostra Pubblica Assistenza è chiamata ad affrontare l’emergenza terremoto.
Ricordo che ero al mare con mia moglie e alle cinque del mattino del 20 maggio 2012 ricevetti la chiamata da Alessandra, coordinatrice delle Pubbliche Assistenze di Modena, che mi disse: “Francesco qui a casa è successo il finimondo! Sono crollate case, ci sono morti e feriti”. Partimmo immediatamente.
Durante il rientro, dopo Ferrara, iniziai a vedere i primi danni e a rendermi conto della gravità della situazione. Macerie, edifici danneggiati, gente per strada spaventata. Una volta giunto a casa la devastazione, la paura e la disperazione negli occhi delle persone regnavano sovrane.
Nonostante tutto ci rimboccammo le maniche. Ci organizzammo tra vicini di casa, compaesani, ma soprattutto all’interno dell’Associazione. Io non esitai un attimo e appena sistemai un po’ casa mia, mi infilai la divisa e mi misi a disposizione per aiutare il prossimo a riassettare, scavare, trasferire i pazienti da un ospedale all’altro. Mi aggiravo per le vie del mio paese, sempre indaffarato, e quando buttavo l’occhio su ciò che il terremoto aveva lasciato dietro di sé, per un momento, mi sembrava quasi di essere tornato bambino, quando nel ’45, finita la guerra, la distruzione era ovunque.

Nonostante l’ansia, la paura e la disperazione, ho tuttavia trovato un amore grande e quasi fraterno tra le persone. Sono momenti scavati in modo indelebile nel cuore e nella mente.

Passano nuovamente gli anni, e dopo tanto ricostruire, arriva il 2020 e una nuova sfida. Se il 2012 ci aveva avvicinato, anche fisicamente, gli uni agli altri, la pandemia da Covid-19 ha fatto tutto l’opposto. Le distanze tuttavia sono state solo fisiche: il cuore grande della nostra comunità, la forza e la consapevolezza di tutti i volontari non hanno piegato i nostri animi e alla fine, se devo essere onesto, ci siamo ritrovati più uniti che mai. 

 

Croce Blu San Felice sul Panaro – Massa Finalese – Medolla

 

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