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Protezione civile: l’intervento dei volontari Anpas nella vicenda di Piacenza

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Un fatto di cronaca orribile, l’ennesimo femminicidio, che ha fatto parlare di sé per diverse settimane e i cui risvolti hanno tenuto col fiato sospeso non soltanto le persone e il territorio direttamente coinvolti ma un’intera nazione. La vicenda inizialmente non aveva contorni chiari, si sapeva soltanto che due persone, un uomo e una giovane donna, residenti nel piacentino, sembravano essere scomparsi nel nulla dal 25 agosto dopo aver pranzato insieme in trattoria: allertati dai familiari preoccupati per la loro assenza, gli inquirenti hanno avviato le ricerche mobilitando le forze dell’ordine;  contestualmente la Prefettura ha attivato alcune componenti del sistema del volontariato fra cui il nucleo di Protezione civile di Anpas provincia di Piacenza e, successivamente,  anche di Anpas Emilia-Romagna

Anpas quindi è entrata in azione sin dai primi giorni, mettendo in campo, a vario titolo, oltre 100 unità fra operazioni di ricerca, pianificazione, supporto e organizzazione.
Le ricerche sono state condotte nelle zone di
Gropparello e Sariano, e poi nel territorio di Morfasso: coordinati dalla Prefettura i volontari, intervenuti a centinaia in aiuto delle forze dell’ordine, hanno setacciato boschi, radure, specchi d’acqua e casolari abbandonati, cercando con massima attenzione ogni minima traccia che potesse condurre ai due dispersi.

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Successivamente, sabato 31 agosto, su richiesta della Prefettura di Piacenza che ha deciso di implementare in modo significativo risorse, uomini e mezzi, i coordinamenti Anpas provinciale e regionale hanno attivato le proprie squadre cinofile coinvolgendo in tutto, fra cinofili e volontari operativi e di coordinamento, circa 30 operatori (oltre a quelli già attivati nelle giornate precedenti). La protezione civile Anpas ha inoltre messo a disposizione mezzi fuoristrada, attrezzati con tecnologia GPS e ambulanze di soccorso. Dopo alcuni giorni di ricerca, però, gli inquirenti hanno deciso lo stop all’impiego dei volontari per ragioni di sicurezza e  da quel momento in poi sono intervenute solo le Forze dell’Ordine. Anpas Emilia-Romagna è rimasta comunque a disposizione della Prefettura e delle Autorità competenti per ogni eventuale ulteriore intervento richiesto.

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Purtroppo, come noto, dopo 13 giorni di ricerche, l’esito è stato il più infausto fra i tanti ipotizzati, lasciando sgomenti e senza parole non solo parenti e amici ma l’intera comunità.

Ringrazio sentitamente tutti i nostri volontari che, nonostante gli impegni e l’attività abituale, si sono messi a disposizione per supportare le forze dell’ordine e la comunità piacentina così turbata da questa vicenda”, ha dichiarato Paolo Rebecchi, responsabile regionale Protezione Civile Anpas Emilia-Romagna. “Noi tutti speravamo in un finale diverso, siamo costernati ma possiamo solo dire che Anpas sarà sempre a disposizione con uomini e mezzi per ogni evenienza”.

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