5 per mille: forse non tutti sanno che…

Tema di grande attualità in questo periodo di dichiarazione dei redditi, il 5 per mille rappresenta una risorsa importante per il mondo del volontariato, per il non-profit, per tutto il Terzo settore e per chi, più in generale, opera in ambiti di sviluppo, tutela e salvaguardia della comunità in senso ampio.
Cos’è e come nasce il 5 per mille
Il 5 per mille è una quota dell’ Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (Irpef), quindi una parte delle proprie tasse, che ogni contribuente può destinare come contributo a soggetti con finalità di interesse sociale e attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici. Introdotto in via sperimentale nella legge finanziaria del 2005 (con debutto quindi nel 2006), più volte modificato e infine reso permanente dalla legge di stabilità 2015,( legge 23/12/2014, n. 190) il cinque per mille è stato successivamente regolamentato da un decreto attuativo (Dlgs 3 luglio 2017 n.111) che ha allargato la platea dei destinatari del contributo, estendendola a tutti gli enti del Terzo settore iscritti nel Registro unico nazionale.
Le scelte dei contribuenti
Nel 2017, vale a dire per le dichiarazioni sui redditi percepiti nel 2016, (il dato 2018 su redditi 2017 non è ancora disponibile) sono stati più di 14 milioni i contribuenti che hanno deciso di devolvere il loro 5 per mille a un beneficiario: quasi 60mila i soggetti prescelti. Altri 2,3 milioni hanno firmato per un settore ma senza indicare il beneficiario prescelto.
L’importo complessivo assegnato ai beneficiari ammessi dall’Agenzia delle Entrate per il 2017 (redditi 2016) ammonta a 495.841.714,55 euro.
L’associazione cui è andata la fetta maggiore del contributo per scelta di 1milione e 600 mila cittadini, è l’Airc, Associazione italiana per la ricerca sul cancro con 64 milioni di euro (il 13% del totale), seguita Emergency con 356mila scelte e quasi 13milioni di euro; al terzo posto c’è è la Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro, con 267mila firme e 11milioni di euro.
Quanto ad ANPAS (sede nazionale) sono state effettuate 195 donazioni per un totale di 5.654,37: un dato importante che comunque non va visto da solo ma deve considerare i dati aggregati delle pubbliche assistenze Anpas alle quali oltre 280 mila italiani hanno deciso di destinare il proprio cinque per mille.
La questione del “tetto”
A decorrere dal 2015, per la liquidazione della quota del cinque per mille è autorizzata una spesa massima di 500 milioni di euro annui: nel caso in cui la somma complessiva delle scelte operate dai contribuenti risulti superiore, l’Agenzia delle Entrate provvede a rimodulare la ripartizione degli importi spettanti fra i destinatari prescelti affinché l’erogazione totale non superi la somma massima autorizzata (cioè 500 milioni di euro).
Ed è proprio quello che è successo per il 2017: il caso è stato sollevato in prima istanza da Vita.it che, visti gli elenchi pubblicati dall’Agenzia delle Entrate, aveva trovato assai strano il fatto che la somma dei contributi destinati ad enti ammessi e dei contributi erroneamente destinati ad enti non ammessi desse come risultato “esattamente 500 milioni, spaccati al centesimo (495.841.714,55 + 4.158.285,45), proprio pari alla copertura prevista dalla legge di stabilità”, una coincidenza decisamente interessante.
La circostanza è stata poi confermata dalla stessa Agenzia delle Entrate: gli italiani nel 2017 sono stati più generosi di quanto la legge stessa non preveda.
Per conseguenza è stato ricalcolato l’importo del contributo destinato ad ogni singolo ente: in altre parole, se le scelte dei contribuenti superano il tetto di spesa, gli enti beneficiari non ricevono esattamente tutto l’importo destinato loro dai contribuenti, ma ne ricevono una quota inferiore, ricalcolata in proporzione sul tetto di spesa e che ad oggi non si sa di quanto sia stata ridotta.
Una situazione già verificatasi tra il 2010 e il 2013 quando lo Stato si era trattenuto 310 milioni di euro del 5 per mille a causa del tetto, che allora ammontava a 400 milioni.
Quello che si auspica adesso è che già dalla prossima legge di bilancio vengano incrementate le risorse per la copertura del 5 per mille, visto che la soglia dei 500 milioni, che quando venne fissata sembrava sufficientemente capiente per scongiurare l’effetto “tetto”, è stata raggiunta nel giro di pochi anni e superata e di fatto continua a crescere. Si pensi inoltre che a tutt’oggi ancora una fetta importante della popolazione non sottoscrive il 5 per mille.
E, proprio per sollecitare un’azione del governo in questo senso, lo scorso 14 maggio trentacinque senatori hanno presentato al Ministro dello sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali Luigi Di Maio e al Ministro delle finanze, Giovanni Tria una interrogazione a risposta scritta in cui chiedono di sapere:
– quale sia l’esatto importo che i contribuenti italiani nel 2017 hanno destinato al 5 per mille;
– se i due ministri ritengano opportuno innalzare lo stanziamento a copertura del beneficio del 5 per mille a partire dalla prossima legge di bilancio considerato anche il probabile aumento della platea dei beneficiari a seguito dell’entrata a regime del nuovo Registro unico nazionale del Terzo settore.
La posizione di ANPAS
Anche il presidente si Anpas nazionale, Fabrizio Pregliasco, si è espresso in merito: “Il 5 per mille – ha dichiarato – è diventato anche una scelta politica e sociale attraverso la quale i cittadini segnalano ciò che è meglio fare per risolvere un determinato problema, per questo è necessario togliere il tetto. Anpas da molti anni è tra i primi enti per numero di firme e per importi (dati aggregati delle pubbliche assistenze Anpas): con oltre 280 mila italiani, che ogni anno firmano per destinare il loro cinque per mille ad Anpas. Questo vuol dire che le oltre 900 pubbliche assistenze della Rete Anpas possono dotarsi di nuove attrezzature e migliorare i servizi per le oltre mille comunità di cui si prendono cura”.
Nelle prossime settimane vedremo quindi se e come politica e governo vorranno farsi carico di questo tema, nel rispetto della volontà dei cittadini e del lavoro del volontariato e del non –profit.
Quella del 2019 è la quattordicesima dichiarazione dei redditi con la casella per la destinazione del 5 per mille: il valore medio di ogni contributo è di circa 35 euro.
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